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Ecco la mappa di tutti i Comuni della Terra dei fuochi con i terreni agricoli off limits: 64 ettari tra Napoli e Caserta

Cinquantuno particelle catastali. Né una di più, né una meno. Dato che, nella peggiore delle ipotesi, fa pensare ad altrettante aziende agricole toccate dall’interdizione a produrre. «Anche questa però – spiega il direttore di Confagricoltura Campania Paolo Di Palma – è una considerazione da prendere con le molle: sappiamo che in molti casi i terreni giudicati a rischio erano abbandonati da tempo, per giunta più volte sottoposti a sequestro dalla magistratura competente».

Il primo report governativo sulla Terra dei Fuochi, diffuso pochi giorni fa, consente alle imprese campane di tirare un sospiro di sollievo. Dopo mesi di dibattito, clamorose prese di posizione e aspre contrapposizioni che hanno inevitabilmente esercitato effetti negativi sul piano dell’immagine dei prodotti agroalimentari regionali, la task force istituita dal decreto emanato dal governo Letta ha giudicato pericolosi appena 64 ettari di terreno, il 2% dell’area tra le province di Napoli e Caserta denominata area dei Fuochi, lo 0,14% del territorio campano. «Un ambito estremamente circoscritto – continua Di Palma – molto distante dagli scenari apocalittici cui mesi di grande confusione avevano portato a pensare». E i terreni individuati come pericolosi saranno off limits a tempo indeterminato? Niente affatto: se a seguito di nuove verifiche condotte da istituti pubblici verranno giudicati compatibili con le colture, frutta e verdure provenienti da questi siti saranno nuovamente commercializzabili. «Non temiamo – commenta Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania – ricadute negative sui terreni limitrofi: lo screening ordinato dal governo è servito a fare finalmente chiarezza. Adesso possiamo dire senza timore di essere smentiti che i prodotti campani sono quelli più controllati d’Italia».

Lunedì nuovo vertice

Sul tema intanto ieri a Castel Volturno si è tenuto il convegno «Oltre la Terra dei Fuochi per una Campania Felix», organizzato da Legambiente e Forestale. Dal palco il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha annunciato che «lunedì il comitato tecnico si riunirà nuovamente e pianificherà la nuova fase di controllo, in particolare per i 51 siti delle prime tre fasce di rischio e, nelle prossime settimane, vedrete che operativamente si andrà avanti. C’è grande attenzione, ma anche un grande messaggio di rilancio. Qui ci sono – ha concluso il ministro – le tradizioni agroalimentari che si devono continuare a produrre e che devono andare in giro per il mondo». Il ministro di Grazia e giustizia Andrea Orlando ha dichiarato poi che «la legge sulla Terra dei Fuochi può essere sempre migliorata, intanto va però attuata», sottolineando come tra i principali obiettivi del provvedimento ci sia quello di «fare emergere la gestione dei rifiuti e portarla alla luce del sole».

Il monito del procuratore nazionale Antimafia

Parole che indicono ottimismo quelle che sono arrivate dal procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti: «Sulle bonifiche l’attenzione deve essere massima ma credo che si sia partiti con il piede giusto». Gli accertamenti secondo il magistrato ci sono stati ma «devono essere approfonditi». Quanto ai lavori che interesseranno l’area, devono essere affidati «a ditte serie e oneste». Nel corso del convegno, Legambiente ha diffuso dei dati sulla Terra dei Fuochi: in ventidue anni sono stati smaltiti, tra le province di Napoli e Caserta, oltre 10 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni specie. Dal 1991 al 2013 sono state censite 82 inchieste per traffico di rifiuti, emesse 915 ordinanze di custodia cautelare e fatte 1.806 denunce coinvolgendo 443 aziende in gran parte del Centro e del Nord Italia. Dal gennaio 2012 all’agosto 2013 – ha proseguito Legambiente – sono stati, inoltre, censiti 6.034 roghi di rifiuti e negli ultimi cinque anni si sono concentrati 205 arresti per traffici e smaltimenti illegali, pari al 29,2% del totale nazionale, e oltre mille sequestri, il 10% di quelli effettuati in tutta Italia.

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