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Sei un bravo barista? Puoi andare a insegnare l'arte a Tokio

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Sei un bravo barista? Puoi andare a insegnare l'arte a Tokio

L’espresso all’italiana fa scuola in Giappone. Il Paese nipponico è tra i principali consumatori mondiali di caffè e tra i maggiori estimatori dell’italian style. Un connubio che ha permesso alle nostre industrie di torrefazione di penetrare questo ricco mercato da diversi anni. Ma il prodotto da solo non basta. La stessa la passione per l’Italia e il suo caffè spinge questi consumatori, esigenti e raffinati, a essere sempre più curiosi per quanto riguarda le tecniche di preparazione e degustazione della bruna e aromatica bevanda.

Italian Barista School

Asoddisfare il loro interesse ci pensa Caffè Italia, il banco di assaggio che da anni porta a Foodex, la più importante fiera alimentare giapponese, l’espresso italiano. In collaborazione con Ice e Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (sede giapponese) e patrocinato dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano, dal 4 al 7 marzo 2014, Caffè Italia sarà animato dall’Italian Barista School, la prima scuola di formazione per baristi, che insegnerà i segreti di espresso, cappuccini e coffee drinks, realizzati secondo i canoni della tradizione del bar italiano. Un luogo in cui i visitatori potranno testare diverse miscele per espresso e godere delle preparazioni di Paolo Scimone, Italian Barista Trainer, e dei baristi giapponesi che saranno con lui.

Caffè Italia – Foodex

“L’Asia rappresenta per il caffè italiano una straordinaria opportunità, ma esportare senza formare i professionisti che lavoreranno i nostri prodotti è rischioso – afferma Carlo Odello, fondatore di Italian Barista School – se in Italia la professione del barista ha purtroppo subito nel tempo una svalutazione, nei nuovi mercati è vissuta con passione e serietà ed è forte la richiesta di formazione adeguata. Da qui la nostra presenza in Giappone”. Tutta l’Asia, infatti, è in fermento sotto questo aspetto, tanto che la scuola, dallo scorso anno, ha avviato i primi corsi stabili già in Corea e a Taiwan con la missione di formare professionisti in grado di lavorare secondo i canoni della grande tradizione italiana del caffè.

Espressamente Illy

Non solo Illy e Lavazza

“In Giappone, il punto dolente – spiega Odello – è la forte concorrenza. Il Paese, infatti, è ben presidiato da catene locali e straniere e operatori autoctoni indipendenti, anche se gli sbocchi professionali per i bar e i baristi italiani sono molti: da tempo ormai i giapponesi, attenti e preparati sulla qualità, iniziano a guardare al mondo del caffè come al vino, ovvero vanno alla scoperta di specialità d’alta gamma, torrefazioni particolari e ricercate, finanche a marchi specifici”. Non è strano quindi che, accanto alle grandi catene italiane di Illy, Lavazza e Segafredo, da decenni presenti nel Paese, trovino  spazio e mercato anche piccole torrefazioni quasi sconosciute in patria. E’ il caso, per fare solo un esempio, di Caffè Cagliari di Modena che, attraverso un distributore locale, raggiunge tutto il mercato giapponese. O dei più famosi Cova di Milano e Peck. Il primo presente con tre negozi, mentre il secondo da oltre venti anni collabora con il gruppo Takashimaya, con cui ha realizzato otto punti vendita situati all’interno dei suoi department store.

Corsi di caffé in tutta l’Asia

“Non bisogna farsi illusioni – avverte Odello –, quella nipponica è una piazza molto difficile, con alti costi di entrata e ingenti spese di marketing e comunicazione. Senza dimenticare che il cliente giapponese è sempre un professionista estremamente preparato che chiede al suo interlocutore altrettanta preparazione, professionalità e precisione”. Sia che si voglia esportare, sia che si apra un bar o un’intera catena di caffetteria. “Quello dei corsi sul caffè è un trend che si sta sviluppando in tutta l’Asia – conferma Fabrizio Dosi, direttore divisione business to consumer di Illycaffè –. Noi stessi ne organizziamo, con un docente dell’Università del Caffè e tre baristi che girano tutta l’Asia per fare formazione e controllo qualità”.

Due aspetti, questi ultimi, imprescindibili: per un prodotto come il caffè la giusta torrefazione è fondamentale quanto la materia prima. Tostare e saper preparare un caffè perfetto è il solo modo di conquistare la clientela giapponese, molto sofisticata e in grado di capire e apprezzare le differenze tra un 100% arabica e una robusta. Anche Illy è presente in Giappone – uno dei mercati più importanti dell’Asia, insieme alla Corea – da più di 20 anni, grazie al gruppo Suntory  che distribuisce i prodotti triestini in tutto il Paese e in tutti i canali, dai supermercati ai ristoranti, alla catena di Espressamente illy, arrivata a 18 punti vendita. “L’espresso qui non è una novità – prosegue Dosi –, ma nemmeno un consumo consolidato. C’è ancora molto spazio per lavorare e per diffonderne la cultura. Ma poiché molto sofisticati, i consumatori giapponesi pretendono di avere altissima qualità e di vivere un’esperienza davvero italiana, con prodotti italiani, baristi italiani o collegati a un’azienda italiana”.

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