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Pac, Ogm, brand Made in Italy, enti inutili: tutti i dossier…

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Pac, Ogm, brand Made in Italy, enti inutili: tutti i dossier caldi sul tavolo del ministro Martina

Il nuovo ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina si è appena insediato. Trova sul tavolo diversi dossier caldi.

Nuova Pac – La riforma della Politica agricola comune è stata fatta, ma ora arriva la fase più delicata: l’attuazione negli Stati membri.  I nostri partner hanno assunto più o meno tutte le decisioni, l’Italia è in ritardo netto. Mentre il tempo comincia a essere stretto. Le decisioni infatti vanno comunicate a Bruxelles entro agosto.  E non sarà facile tenendo conto che le organizzazioni che pure avevano firmato un documento comune potrebbero ora manifestare divergenze  su alcuni punti nodali come l’identificazione dell’agricoltore attivo a cui riservare i contributi. L’unica decisione presa riguarda l’accordo con le regioni sulla ripartizione dei fondi dello sviluppo rurale

Made in Italy –  Con il Collegato alla Stabilità e il capitolo agricolo di Impegno Italia si lancia il brand unico per promuovere l’agroalimentare. Dovrebbe diventare un marchio di proprietà delle associazioni agricole. Ma presuppone un’intesa armonica tra le forze in campo che non c’è. E apre comunque la più ampia questione della  identificazione del made in Italy e dell’etichetta supertrasparente. E porta inevitabilmente agli Ogm. Un capitolo su cui ci sono molte divisioni anche se il neo ministro ha già chiarito il suo orientamento: no alle biotech.

Giovani –  Negli ultimi tre governi in tutti i provvedimenti sono state previste misure per favorire il turnover dei giovani agricoltori, dalle agevolazioni per l’affitto di terreni a quelle sul credito. Ma finora nessun intervento è andato in porto per la mancanza dei decreti applicativi. Va dunque sbloccata l’operazione terre pubbliche ai giovani (ostacolata anche dal fatto che non c’è una fotografia chiara di quanti ettari sono disponibili)  e la corsia preferenziale per accedere a linee di credito.

Enti –  Vera patata bollente per il nuovo ministro. Da anni gli enti vigilati dal ministero sono sotto accusa per inefficienze e sprechi.  Particolarmente grave il caso dell’Agea, la cassaforte da cui transitano  gli aiuti Pac.  In Parlamento ci sono alcuni disegni di legge che prevedono accorpamenti e cancellazioni e nel Collegato alla stabilità il governo Letta aveva recepito le indicazioni.  D’altra parte la situazione è diventata insostenibile: Agea e Inea sono già commissariati. E la relazione presentata di supporto al collegato delinea una condizione grave.  L’obbligo di razionalizzare, ma soprattutto di risparmiare mette il riassetto tra le priorità del nuovo ministro.

Fisco - E’ un’altra partita importante per il settore che ha vissuto un anno pericoloso sotto la spada di Damocle dell’Imu. All’orizzonte ci sono però le nuove tasse, a partire dalla Tasi. La delega fiscale ha escluso il settore agricolo che però potrebbe essere coinvolto dalla revisione dei regimi speciali. Un rischio per l’Iva a forfait.

Burocrazia - Problema che investe tutto il sistema delle imprese, ma che le Pmi agricole avvertono  in particolar modo: oltre 100 giorni all’anno vengono distolti dai campi e dirottati negli uffici. Ma anche sulle semplificazioni si scontano scontri nel settore. I voucher per pagare i lavoratori stagionali, per esempio, hanno creato molte frizioni con i sindacati.

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